Classificazione della Conservazione

CONSIDERAZIONI PRELIMINARI

La classificazione dello stato di conservazione della cartamoneta è spesso, e per molte ragioni, un’operazione difficile e controversa.

Da qualche decennio il collezionismo è divenuto anche una forma di investimento, di conseguenza, lo stato di conservazione di un biglietto risulta determinante per la definizione del prezzo. Seguendo la tendenza del mercato americano, la forbice dei prezzi si è allargata per la costante richiesta di biglietti non circolati, anche dall’estero. La cartamoneta rappresenta per molti collezionisti-investitori una valida alternativa ai più comuni beni rifugio. Di conseguenza, non è più tanto importante possedere l’esemplare, quanto trovarlo in ottimo stato.

Negli anni ‘60, Mario De Fanti, uno dei collezionisti storici che non badava tanto alla conservazione, quanto al completamento della raccolta, soleva dire: preferisco i biglietti che sanno di uomo, a quelli che odorano di tipografia. Seppur questa filosofia sia condivisibile ancora dal collezionista, il punto di vista dell’investitore risulta diametralmente opposto.

In particolare per i biglietti moderni, piccolissime differenze di conservazione – come una leggera ondulazione o un angolo con segno di piega – possono portare a grandi differenze di prezzo.

Inoltre, il processo di classificazione richiede contesti adeguati e controlli specifici. Fattori esterni inadatti, come una non corretta illuminazione, potrebbero ingannare anche un occhio esperto.

Occorre, anche, sottolineare la tendenza di alcuni rari operatori, perlopiù non professionisti, a sottovalutare i difetti al momento della vendita, talvolta avvalendosi proprio di un contesto inadatto a determinare il preciso stato di conservazione.

Per questi motivi, la conoscenza e la condivisione dei criteri di valutazione è fondamentale per la tutela e l’armonia del mercato.

IL RESTAURO

La valutazione dello stato di conservazione, operazione già controversa, si è ulteriormente complicata da quando si è diffusa la pratica del restauro.
Seppure esistano collezionisti che ricercano esclusivamente biglietti naturali, è spesso impossibile completare per tipologia alcune serie senza fare ricorso ad esemplari restaurati, in particolare tra le grandi rarità.
Dobbiamo riconoscere che nel mondo del collezionismo, tutti i reperti possono essere restaurati, senza per questo perdere pregio, anzi migliorando il proprio aspetto e diventando più desiderabili e fruibili. Un esemplare trattato infatti, si mostra più affascinante di quanto fosse inizialmente, il che non è certamente una colpa.
La correlazione tra restauro e inganno è legata alla modalità con cui, talvolta, gli stessi vengono proposti: alcuni rari venditori, poco professionali, preferiscono biglietti trattati (o trattabili) al fine di rivenderli, senza citarne i difetti, confidando nella poca esperienza del potenziale acquirente.
Con l’incremento della forbice dei prezzi la procedura è divenuta teoricamente più redditizia, cosi alcuni “specialisti” hanno ricercato e sottoposto a trattamento esemplari in conservazione già molto buona al fine di celare leggere pieghe e difetti di minima entità, proponendoli in seguito come FDS. Questa pratica non solo è scorretta, ma anche lesiva per il mercato. Tuttavia con le giuste competenze si può essere in grado di riconoscere qualsiasi tipo di trattamento, come vedremo in seguito.
In sintesi, i biglietti in bassa conservazione, soprattutto se di grande rarità vengono quasi sempre sottoposti a trattamenti migliorativi tesi a renderli più attraenti e preservarli nel tempo, come accade in altri settori del collezionismo, dall’arte all’antiquariato.
Viceversa, non ci sarebbe un motivo tecnico per cercare di migliorare la cartamoneta che non presenta evidenti difetti: questi biglietti sono stati utilizzati almeno una volta per cercare di trarre in inganno il collezionista.
Il valore economico degli stessi si può paragonare a quello che avevano in precedenza, così come lo stato di conservazione.
È dunque importante rivolgersi ad operatori professionali, in particolare quando si è in procinto di acquistare biglietti in alta conservazione o di elevata rarità.
I venditori hanno l’impegno ineludibile di descrivere accuratamente, al momento della vendita, i trattamenti a cui il biglietto è stato sottoposto.

COME ESAMINARE E VALUTARE UN BIGLIETTO

Al fine di classificare correttamente una banconota è innanzitutto necessario toglierla dalla custodia e porla sotto una buona luce naturale e, all’occorrenza, anche sotto una forte luce artificiale, meglio se in un ambiente buio. Ponendo il biglietto in piano, all’altezza dell’occhio, e posizionandolo in modo che l’incidenza della luce venga riflessa sotto
diverse angolazioni, sarà possibile evidenziare anche flebili pieghe, ondulazioni e grinze accuratamente stirate. Nell’esame di biglietti in assoluto FDS, sarà inoltre possibile osservare la lucentezza originale dei colori e, per gli esemplari moderni, notare anche i rilievi prodotti dalla pressione della stampa. Nei biglietti di alta conservazione non lavati e stirati, i rilievi
tipografici sono anche riscontrabili al tatto. Una forte luce artificiale può consentire di esaminare il biglietto in trasparenza evidenziando la presenza di macchie celate, di angoli e pieghe stirate, tracce residue di nastro adesivo. Zone scure o chiare che appaiono nel campo in controluce sono spesso attribuibili a ritocchi e riparazioni. Nei biglietti non trattati, solo le zone delle filigrana hanno variazioni nella trasparenza.
Non è facile intuire quale poteva essere lo stato di conservazione di un biglietto prima che venisse sottoposto al restauro, o anche solo a lavaggio e stiratura. Le scuole di restauro italiano sono tra le migliori del mondo, e se questo da un lato può risultare confortante, dall’altro deve indurre il collezionista neofita all’adozione di opportune cautele.
Nelle immagini che seguono sono messe a confronto due banconote della stessa tipologia. Nella prima foto, il biglietto a sinistra è stato inumidito e pressato, come si può intuire dall’assenza della lucentezza originale e dei rilievi di stampa che si è tentato di riprodurre manualmente.
Tutti i trattamenti sono riscontrabili a posteriori. La mancanza di coincidenza tra stampa e rilievo dimostra, anche al neofita, l’arteficio.

 

In un secondo esempio proponiamo un biglietto sottoposto alla stessa tipologia di trattamento che presentava in origine una piega verticale al centro. La stessa non è visibile da una fotografia frontale ma risulta evidente da un’immagine con luce radente.



Il miglior consiglio che si possa dare a un collezionista è quello di affidarsi a un fornitore competente e qualificato, disponibile a garantire l’autenticità, la qualità e il valore di ciò che propone. Anche se questo esclude, apparentemente, la possibilità dell’affare, in realtà garantisce i meno esperti dai rischi dell’inganno e, nel mondo del collezionismo, l’esperienza
insegna che, chi compra bene, investe con profitto.

CERTIFICAZIONE

Per quanto è stato finora esposto risulta evidente che oggi giorno è fondamentale collezionare biglietti certificati da esperti qualificati.
Le certificazioni di opere d’arte e oggetti da collezione in genere sono largamente diffuse e apprezzate da chi acquista. Nella cartamoneta la loro introduzione è stata graduale con una accelerazione repentina negli ultimi anni, ovvero da quando l’incremento della forbice dei prezzi, il perfezionamento delle tecniche di restauro e il numero di investitori, hanno determinato la necessita, per gli esemplari di maggior pregio, di certificare lo stato di conservazione e dunque il valore.
Desideriamo ribadire che, oltre alla accurata classificazione secondo le scale in uso in ogni Paese, il venditore qualificato dovrà indicare, oltre al grado di conservazione e agli eventuali restauri, anche quei difetti che possono sfuggire a un esame non accurato o all’analisi del collezionista non esperto.
Una certificazione dello stato di conservazione può facilitare la rivendibilità di un esemplare.
Mediante la certificazione il venditore tutela l’acquirente anche riguardo la lecita provenienza, in ottemperanza all’art. 64 del codice dei beni culturali D.L. 22.01.2004 – n. 41.

DESCRIZIONE DEI TERMINI ATTI ALLA CLASSIFICAZIONE

FIOR DI STAMPA (Sigla: FDS)

FDS - Fior di StampaBiglietto perfettamente conservato, assolutamente non trattato e privo di ondulazioni, pieghe o increspature. La carta si presenta nitida, corposa e consistente, ossia rigida, non floscia o sfibrata, con i colori vividi e la lucentezza originale. È possibile verificare il rilievo della stampa tipografica. Gli angoli sono appuntiti e non arrotondati. Un biglietto FDS non può presentare alcun tipo di trattamento migliorativo, lo stesso dicasi per “FDS-” e “qFDS”.

SUPERBO (Sigla: SUP)

SUP - SuperboBiglietto quasi perfetto, che è stato solo leggermente maneggiato, ma che a prima vista può anche apparire come FDS. Può presentare qualche leggera ondulazione, un angolo sollevato da conteggi del cassiere o una sola piega leggera, anche centrale, che comunque non intacca la superficie di stampa. In alternativa potrebbe presentare esclusivamente un leggero arrotondamento degli angoli. La carta appare rigida, pulita e brillante, è visibile la lucentezza originale. Questo è il massimo grado della scala delle conservazioni al quale può ambire un biglietto trattato, ovvero, anche solo leggermente migliorato.

SPLENDIDO (Sigla: SPL)

SPL - SplendidoBiglietto che, nonostante abbia circolato, ha un magnifico aspetto. Anche se ha subito l’oltraggio della piegatura, può avere solo due leggere pieghe a croce, o un massimo di tre, ma non profonde e comunque non così marcate da alterare o cancellare il piano di stampa. La carta si presenta pulita e brillante, ma nel caso sia esente da grinze o pieghe, potrebbe mostrare i segni di ingiallimento del tempo, specialmente sui bordi. In alternativa può presentare leggere scritte o piccole macchie.

BELLISSIMO (Sigla: BB)

BB - BellissimoQuesto è il grado più variegato e complesso, perché qui rientra, o viene fatta rientrare, la maggior parte dei biglietti in circolazione. Un biglietto BB, pur con evidenti tracce di circolazione, deve però risultare ancora attraente. Può avere numerose pieghe, alcune anche profonde, che comunque non provocano buchi nella carta. La carta può avere raccolto residui di sporco, presentare sbavature o colori lievemente sbiaditi, e può anche avere perso la sua naturale consistenza e rigidità. I lati mostrano segni di usura e possono anche presentare strappi di lieve entità, ma non mancanza di porzioni seppur piccole di carta. I colori sono ancora nitidi, anche se si è persa parte della brillantezza. Le eventuali riparazioni o
ricostruzioni non devono riguardare la regione della stampa.

MOLTO BELLO (Sigla: MB)

MB - Molto BelloOltre ai difetti già descritti per gli esemplari BB, il biglietto presenta numerosi evidenti segni di circolazione, e quindi di consunzione, con macchie, scoloriture o scritte indelebili. Può essere stato riparato con nastro adesivo e presentare pieghe profonde che hanno provocato piccoli buchi nei punti di giunzione. Ai bordi possono essere presenti strappi, con eventuali carenze di piccole porzioni di carta.

PUNTEGGIATURA

+ più

In aggiunta alla conservazione definisce uno stato superiore a quello indicato. Ad esempio BB+ o mBB (poco diffuso) indicano uno stato di conservazione superiore al BB.

– meno

In aggiunta alla conservazione definisce uno stato inferiore a quello indicato. Ad esempio BB- o qBB indicano uno stato di conservazione inferiore al BB.

q  quasi

In particolare, al “BB” si avvicina più un esemplare “BB-” piuttosto che un “qBB”.

/

La barra individua uno stato di conservazione intermedio tra BB e SPL, o meglio: superiore a BB+ e inferiore a qSPL.
Nel caso suddetto possono rientrare anche rari biglietti il cui stato di conservazione è SPL per un verso e BB per l’altro.

TABELLA DI CONVERSIONE

Da qualche decennio le società di grading americane fanno ricorso ad una scala numerica denominata Sheldon che permette di evidenziare anche le più piccole differenze di conservazione all’interno delle macro-aree.
In particolare nei biglietti non circolati, i rari esemplari senza imperfezioni vengono contrassegnati con le diciture “GEM UNC” o “Perfect UNC”, mentre la sigla “UNC”, con varie declinazioni, identifica i biglietti “non circolati”, ma con lievi imperfezioni.
In Italia si è conservata la sigla FDS per i biglietti perfetti, mentre gli esemplari con lievissime imperfezioni vengono classificati mediante le sigle inferiori, a partire da FDS-.

 

ItalianoIngleseScala Sheldon
FDSGEM Uncirculated70
FDS-Superb GEM Unc65-69
qFDSChoice Uncirculated61-64
SUP+Uncirculated59-60
SUPAbout Uncirculated58
SUP-Choice About Unc50-57
SPL+Choice Extremely Fine41-49
SPLExtremely Fine40
SPL-Choice Very Fine38-39
qSPLChoice Very Fine36-37
BB/SPLChoice Very Fine33-35
BB+Choice Very Fine31-32
BBVery Fine30
BB-Very Fine25-29
qBBVery Fine21-24
MB/BBVery Fine15-20
MB+Very Fine13-14
MBFine12
MB-Very Good7-11
qMBGood4-6

Nota: Le voci sono tratte da ” La cartamoneta italiana Corpus Notarum Pecuniariarium Italiae Volume I ” di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia